Eggià: perché se in questo elenco la grande maggioranza sarà rappresentata da brani scritti dai grandi cantautori italiani, di sicuro non mi dimenticherò la musica più "leggera" (che, soprattutto quando parla d'amore, ha saputo e sa esprimersi in maniera grandiosa).
Jovanotti, dunque: siamo nel 1991, nel momento più buio della sua carriera.
Sono lontani i fasti disimpegnati di "Jovanotti for President" e "La Mia Moto", ed è ancora da venire il trionfo di "Lorenzo 1992" (l'album diNon M'Annoio e Ragazzo Fortunato che sdoganerà -anche grazie alla tournée con Luca Carboni- Jovanotti come una delle più interessanti vie di mezzo tra canzone d'autore e hit da classifica). L'album passa praticamente inosservato (l'unico singolo di cui si trova traccia nella hit parade dell'anno è "Muoviti Muoviti", ma solo al sessantunesimo posto. Curiosità che magari interessa solo a me: il brano più venduto del 1991 è Rapput, di Claudio Bisio e Rocco Tanica), ed è un peccato perché questa canzone è un gioiellino.
E' stato lui a lasciarla ("vorrei sapere come ti va/ ora che non stiamo più insieme/ mi hanno detto che hai sofferto un po'/ che però ora stai bene"), magari attratto da donne troppo facili e serate troppo divertenti ("esco di casa alle tre di notte/ con quattro amici ce ne andiamo a caccia/ per rimediare un amore facile/ che il giorno dopo non ricordi la faccia"). Forse si è semplicemente reso conto che formavano una coppia incompatibile: le chiede scusa di tutte le sue mancanze ("(vorrei) che ti parlasse dei suoi problemi/ e che non li tenesse tutti per sé, come me/ vorrei magari vedervi sposati/ e che lui stesse sempre con te/ che non ti facesse incazzare mai/ che non dimentichi i compleanni/ che sia simpatico ai tuoi genitori/ e che li faccia diventare nonni") e le augura tutto il bene del mondo ("vorrei che tu avessi un nuovo ragazzo/ vorrei che ti trattasse bene (...) mi piacerebbe che tu toccassi il cielo/ quando di notte ti bacia la schiena"), che lui in fondo non se l'è mai meritata davvero, una fortuna così...
Ma la rimpiangerà -eccome se la rimpiangerà!- anzi: lo sta già facendo: "ma quando un giorno sarai lontana/ e vedrai il cielo quando si colora/ pensami almeno per un momento/ pensami almeno per mezz'ora"
Jovanotti, dunque: siamo nel 1991, nel momento più buio della sua carriera.
Sono lontani i fasti disimpegnati di "Jovanotti for President" e "La Mia Moto", ed è ancora da venire il trionfo di "Lorenzo 1992" (l'album diNon M'Annoio e Ragazzo Fortunato che sdoganerà -anche grazie alla tournée con Luca Carboni- Jovanotti come una delle più interessanti vie di mezzo tra canzone d'autore e hit da classifica). L'album passa praticamente inosservato (l'unico singolo di cui si trova traccia nella hit parade dell'anno è "Muoviti Muoviti", ma solo al sessantunesimo posto. Curiosità che magari interessa solo a me: il brano più venduto del 1991 è Rapput, di Claudio Bisio e Rocco Tanica), ed è un peccato perché questa canzone è un gioiellino.
E' stato lui a lasciarla ("vorrei sapere come ti va/ ora che non stiamo più insieme/ mi hanno detto che hai sofferto un po'/ che però ora stai bene"), magari attratto da donne troppo facili e serate troppo divertenti ("esco di casa alle tre di notte/ con quattro amici ce ne andiamo a caccia/ per rimediare un amore facile/ che il giorno dopo non ricordi la faccia"). Forse si è semplicemente reso conto che formavano una coppia incompatibile: le chiede scusa di tutte le sue mancanze ("(vorrei) che ti parlasse dei suoi problemi/ e che non li tenesse tutti per sé, come me/ vorrei magari vedervi sposati/ e che lui stesse sempre con te/ che non ti facesse incazzare mai/ che non dimentichi i compleanni/ che sia simpatico ai tuoi genitori/ e che li faccia diventare nonni") e le augura tutto il bene del mondo ("vorrei che tu avessi un nuovo ragazzo/ vorrei che ti trattasse bene (...) mi piacerebbe che tu toccassi il cielo/ quando di notte ti bacia la schiena"), che lui in fondo non se l'è mai meritata davvero, una fortuna così...
Ma la rimpiangerà -eccome se la rimpiangerà!- anzi: lo sta già facendo: "ma quando un giorno sarai lontana/ e vedrai il cielo quando si colora/ pensami almeno per un momento/ pensami almeno per mezz'ora"
Vorrei che tu avessi un nuovo ragazzo
vorrei che ti trattasse bene
che ti facesse sentire importante
e che ti bolla il sangue nelle vene
quando ti aspetterà sotto il portone
per fare un giro, magari a cena
mi piacerebbe che tu toccassi il cielo
quando di notte ti bacia la schiena
che ti parlasse dei suoi problemi
e che non li tenesse tutti per sé, come me
vorrei vedervi magari sposati
e che lui stesse sempre con te
che non ti facesse incazzare mai
che non dimentichi i compleanni
che sia simpatico ai tuoi genitori
e che li faccia diventare nonni
ma quando un giorno sarai lontana
e vedrai il cielo quando si colora
pensami almeno per un momento
pensami almeno per mezz'ora
vorrei sapere come ti va, eh?
ora che non stiamo più insieme
che mi hanno detto che hai sofferto un po'
che però ora stai bene
certo, all'inizio tutto era pazzesco
non smettevamo mai di stare a letto cacchio
di combinarne di porcherie
e guarda ora, chi l'avrebbe detto
esco di casa alle tre di notte
con quattro amici ce ne andiamo a caccia
per rimediare un amore facile
che il giorno dopo non ricordo la faccia
ma quando un giorno sarai lontana
e vedrai il cielo quando si colora
pensami almeno per un momento
pensami almeno per mezz'ora
e quando son qui dentro il mio letto vuoto
vorrei dormire e non è facile
quando non sai se sia possibile
innamorarsi e non lasciarsi mai
poi quando un giorno sarai lontana
e vedrai il cielo quando si colora
pensami almeno per un momento
pensami almeno per mezz'ora
ma quando un giorno sarai lontana
e vedrai il cielo quando si colora
pensami almeno per un momento
pensami almeno per mezz'ora.
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