martedì 25 ottobre 2016

27) I Miei Pensieri Sono Tutti Lì - Pierangelo Bertoli

Pierangelo Bertoli è un cantautore troppo politicizzato per piacermi del tutto: versi come "E mi viene da pensare che la lotta col padrone/ è una lotta tra l'amore e l'egoismo/ è una lotta con il ricco che non ama che i suoi soldi/ ed il popolo che vuole l'altruismo" (da Rosso Colore) mi sembrano semplicistici: non mi hanno mai convinto quelli che vedono i buoni tutti da una parte ed i cattivi dall'altra. Ma, al contrario di quello di altri, il suo entusiasmo mi è sempre parso genuino: forse è stato un ingenuo ma, di sicuro, non un ruffiano. E chiamatelo poco, se vi pare.
Molto meglio -restando alle sue canzoni di protesta- Italia d'oro:

"Spero soltanto di stare tra gli uomini/ che l'ignoranza non la spunterà
che smetteremo di essere complici/ che cambieremo chi deciderà"

Senza scomodare vere e proprie pietre miliari come Eppure soffia e A muso duro, la sua canzone che io letteralmente adoro è I miei pensieri sono tutti lì.
Siccome ho un sacco di cose da scrivere su quella canzone, ho pensato di intervallare il testo con i miei pensieri (che -per fortuna- non sono tutti lì):

Fingo di stare calmo, ma sono già le sei
se avessi più buon senso magari me ne andrei
cerco di stare fermo in mezzo al viavai
ti aspetto per fermarti, fra poco scenderai.
quindi: Bertoli è sotto casa della tizia. Vuole tornarle insieme ma ha il terrore che lei gli dica di no (forse memore della figura di merda di Lucio Battisti in Fiori rosa, fiori di pesco). Si rende conto che, se avesse più buon senso (ah, questo sconosciuto!), non sarebbe lì ma, com'è normale, il cuore se ne frega della ragione...
Forse, se tu volessi, forse tu non puoi,
forse mi aspetti ancora o forse non mi vuoi,
certo che i miei pensieri sono tutti lì
è stato inutile mandarli via.
E come tutti ci ha provato e riprovato, a dimenticarla: tutto inutile. Ovvio.
Io vorrei dirti:
"Ciao, come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole, più dolce della primavera"
ma chissà poi se lei mi vorrà ancora, ancora,
Io questo cambio del soggetto a cui Bertoli sta parlando non l'ho mai capito: non ci sono nemmeno problemi di metrica.
"Forse, se tu volessi, forse tu non puoi": tu.
"Ma chissà poi se lei mi vorrà ancora": lei.
Mah: "a volte un dettaglio può uccidere una poesia", cantava Ruggeri.
Perché non andava bene: "ma chissà poi se tu mi vorrai ancora"? (eventualmente si poteva togliere il "tu": "ma chissà poi se mi vorrai ancora"). Dando per scontato che una spiegazione diversa dal "Bertoli ha sbagliato" esiste di sicuro (perché non posso credere che un errore così marchiano non gli sia stato fatto notare da nessuno: è la prima cosa che è venuta in mente a me quando ho sentito la canzone), non riesco a trovarne nessuna con un minimo di logica (e, quando non capisco, m'incazzo).
dopo tanto tempo adesso ancora come allora,
ancora come allora...
Vorrei vederti dentro quando ricorderai
che in tutti questi anni non ti ho cercata mai
Un altro grandissimo, Capossela, cantava: "mi spiace se ho peccato, mi spiace se ho sbagliato/ se non ci sono stato, se non sono tornato".
Versi che sento molto più "miei": io sono di quelli che non tornano, mai.
Se una mi lascia, tendo a credere che abbia i suoi motivi.
E se non le piaccio, purtroppo, non sono di quelli che cambiano: se mi vuole deve tornare lei (e ovviamente non tornano mai).
Come si può perdonare uno che non si è più fatto vivo?
Però sì: se fossi uno che torna ("è qui da te che tornerei", ho cantato una volta), mi piacerebbe "vedere dentro" la persona che non ho cercato, cercare di capire come reagisce davvero il suo cuore: è una strofa che mi è sempre piaciuta moltissimo.
certo, se tu volessi, allora tornerei
a testa bassa come oggi non si fa più.
E' vero: qui si sfiora il patetico.
Ma ci sono quei momenti in cui anche la persona più convinta manda a fare in culo la propria dignità e sente la mancanza di qualcuno, anche se il più delle volte questo qualcuno non merita le sofferenze che ha causato.
Ho anche cercato di capire quanto la particolare condizione di Bertoli (costretto su una sedia a rotelle -motivo, tra le altre cose, di uno dei peggiori ostracismi televisivi di tutti i tempi- dall'età di tre anni a causa di una poliomelite) potesse aver inciso su questo suo tornare da cane bastonato: è plausibile pensare che chi è colpito da un handicap, in qualche caso, in qualche momento, si senta inferiore alle persone "normali". Un'ipotesi che, alla fine, mi sento di escludere senza alcun dubbio: anche se fosse (e non credo sia così) il messaggio della canzone sarebbe troppo pessimistico e contrario alla vita e alle convinzioni di Bertoli, che non si è mai arreso ad un fisico che l'ha tradito troppo e troppo presto, un combattente fino alla fine, senza paura.
No: non era certo tipo da tornare "a testa bassa" per un inesistente senso d'inferiorità. Fossero stati quelli, i pensieri che gli passavano per la testa, non sarebbe tornato mai e poi mai (e ancora mai)... Una persona -e  più vengono colpite dal destino bastardo, più le persone sono forti- come lui poteva accettare la sconfitta solo contro il rivale più dolce di tutti: l'amore.
Forse, se tu volessi, forse cambierei,
forse tu aspetti un altro e sono già le sei,
certo che i miei pensieri sono tutti lì
non so decidermi a mandarli via.
E arriva a pensare di poter cambiare... Non credo nei cambiamenti: ultimamente ho smesso anche di "farmi bello" (già: come se fosse una roba facile........) ai primi appuntamenti. Voglio piacere per come sono, non per come posso essere una sera al mese, altrimenti ciao e ci si vede, prima o poi... Se devo cambiare è perché non piaccio, e quindi la tizia farebbe bene a cercarsene un altro fin dall'inizio.
Lo sa anche Bertoli, che però canta "i miei pensieri sono tutti lì, non so decidermi a mandarli via": questa donna dev'essere davvero eccezionale, o magari sa solo come farsi rimpiangere.
Io vorrei dirti:
"Ciao, come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole, più dolce della primavera"
ma chissà poi se lei mi vorrà ancora, ancora
dopo tanto tempo adesso ancora come allora,
ancora come allora...
Forse, se tu volessi, forse cambierei,
ci ho ripensato tante e tante volte ormai,
tanto che i miei pensieri sono tutti lì
non è possibile mandarli via.
All'inizio non sapeva decidersi a mandare via i suoi pensieri, ma più il tempo passa e più si rende conto che non è mai stata una sua scelta: è il cuore che comanda e -come sempre- non accetta vie di mezzo. Adesso capisce che quei pensieri "non è possibile mandarli via".
Io ti dirò:
"Ciao, come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole, più dolce della primavera"
ma chissà poi se lei mi vorrà ancora, ancora
dopo tanto tempo adesso ancora come allora,
ancora come allora.
E allora tutto cambia: non dice più "Io vorrei dirti", ma "Io ti dirò"... Ogni difesa è caduta, la resa è inevitabile. O forse no, perché subito dopo torna a cantare "vorrei":
Io vorrei dirti:
"Ciao, come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole più dolce della primavera"
ma chissà poi se lei mi vorrà ancora, ancora
dopo tanto tempo adesso ancora come allora,
ancora come allora.
Chissà cosa ha fatto, Bertoli, quella sera alle sei: l'avrà aspettata davvero? L'avrà fermata o solo guardata andarsene da lontano? Una delle cose belle di certe canzoni è che riescono a travalicare il proprio senso, perché l'ascoltatore ha la facoltà di deciderne il senso e il finale, e tutte le interpretazioni diventano legittime.


E io?
Facile parlare della debolezza -magari solo temporanea- degli altri... ma poi le idee stupide colpiscono a tradimento e sì, certo che le si manda via. Ma rendono più deboli. Oppure più forti, chi lo sa...

Fingo di stare calmo ma sono già  le sei
se avessi più buon senso magari me ne andrei
cerco di stare fermo in mezzo al viavai
ti aspetto per fermarti, fra poco scenderai.
Forse se tu volessi, forse tu non puoi,
forse mi aspetti ancora o forse non mi vuoi,
certo che i miei pensieri sono tutti lì
è stato inutile mandarli via.
Io vorrei dirti:
“Ciao come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole più dolce della primavera”,
ma chissà  poi se lei mi vorrà ancora, ancora,
dopo tanto tempo adesso ancora come allora
ancora come allora.
Vorrei vederti dentro quando ricorderai
che in tutti questi anni non ti ho cercato mai
certo se tu volessi allora tornerei
a testa bassa come oggi non si fa più.
Forse se tu volessi, forse cambierei,
forse tu aspetti un altro e sono già le sei,
certo che i miei pensieri sono tutti lì
non so decidermi a mandarli via.
Io vorrei dirti:
“Ciao come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole più dolce della primavera”,
ma chissà  poi se lei mi vorrà ancora, ancora,
dopo tanto tempo adesso ancora come allora
ancora come allora.
Forse se tu volessi, forse cambierei,
ci ho ripensato tante e tante volte ormai,
certo che i miei pensieri sono tutti lì
non è possibile mandarli via.
Io ti dirò:
“Ciao come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole più dolce della primavera”,
ma chissà poi se lei mi vorrà  ancora, ancora,
dopo tanto tempo adesso ancora come allora
ancora come allora.
“Ciao come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole più dolce della primavera”,
ma chissà  poi se lei mi vorrà ancora, ancora,
dopo tanto tempo adesso ancora come allora
ancora come allora.

1 commento:

  1. Sono passati 8 anni ma qualcosa mi spinge a commentare la tua bella analisi di questa canzone. Il motivo credo sia la domanda che ti fai sul cambio di soggetto; la risposta è talmente semplice che immagino l'avrai già trovata da solo,così non fosse vorrei alleviare il tuo "tormento" spiegandomi che la soluzione è già nel testo vedasi le "virgolette" cioè,lui immagina figurativamente di parlare con lei "ciao come stai,come sei bella stasera,più bella del sole più dolce della primavera" e qui finisce la "figurazione" del momento in cui immagina di parlarle e comincia la riflessione tra sé e se " ma chissà poi se lei mi vorrà ancora...". Quante volte dentro noi mimiamo un discorso a qualcuno cone fosse lì per poi tornare a riflettere su cosa potrebbe essere la reazione del nostro interlocutore?.ok,spero di aver risolto l'enigma e ti saluto caramente.

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