lunedì 10 ottobre 2016

26) Vorrei - Francesco Guccini

... e ritorno al mio amore vero, quello per i cantautori: curioso che, di due di loro (Vecchioni e Guccini) che si stimano (tanto che a un Premio Tenco Guccini ha cantato "Luci a San Siro" presentandola come "una canzone che vorrei aver scritto io") e sono amici, abbia scelto canzoni con lo stesso titolo.
ok: di quell'altro personaggio parleremo MOOOLTO a lungo...

L'album è "D'amore, di morte e di altre sciocchezze" (1996), quello che personalmente reputo il migliore dell'ultima parte della carriera del cantautore modenese, contenente anche due grandi classici del suo repertorio come "Cirano" e "Quattro Stracci".

Vorrei... vorrei sapere tutto di te, conoscerti profondamente perché ti amo tantissimo ma non mi sembra mai abbastanza: "Vorrei conoscer l'odore del tuo paese/ camminare di casa nel tuo giardino (...) vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero/ come se amici fossimo sempre stati".
Vorrei viaggiare con te per raccontarti tutto quello che so, e per scoprire attraverso i tuoi occhi quello che è cambiato... eppure vorrei anche "restare per sempre in un posto solo/ per ascoltare il suono del tuo parlare/ e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo/ impliciti dentro al semplice tuo camminare/ e restare in silenzio al suono della tua voce/ o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso/ dimenticando il tempo troppo veloce/ o nascondere in due sciocchezze che son commosso".
Vorrei, in poche parole "che l'oggi restasse oggi/ senza domani/ o domani potesse tendere all'infinito".
E lo vorrei, semplicemente, "perché non sono/ quando non ci sei"...


Vorrei conoscer l'odore del tuo paese,
camminare di casa nel tuo giardino,
respirare nell'aria sale e maggese,
gli aromi della tua salvia e del rosmarino.
Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero
parlando con me del tempo e dei giorni andati,
vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero,
come se amici fossimo sempre stati.

Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci
e i ciuffi di parietaria attaccati ai muri,
le strisce delle lumache nei loro gusci,
capire tutti gli sguardi dietro agli scuri

e lo vorrei
perché non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...

Vorrei con te da solo sempre viaggiare,
scoprire quello che intorno c'è da scoprire
per raccontarti e poi farmi raccontare
il senso d'un rabbuiarsi e del tuo gioire;
vorrei tornare nei posti dove son stato,
spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
e per farmi da te spiegare cos'è cambiato
e quale sapore nuovo abbia l'universo.

Vedere di nuovo Istanbul o Barcellona
o il mare di una remota spiaggia cubana
o le greppe dell'Appennino dove risuona
fra gli alberi un'usata e semplice tramontana

e lo vorrei
perché non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...

Vorrei restare per sempre in un posto solo
per ascoltare il suono del tuo parlare
e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo
impliciti dentro al semplice tuo camminare
e restare in silenzio al suono della tua voce
o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso
dimenticando il tempo troppo veloce
o nascondere in due sciocchezze che son commosso.

Vorrei cantare il canto delle tue mani,
giocare con te un eterno gioco proibito
che l'oggi restasse oggi senza domani
o domani potesse tendere all'infinito

e lo vorrei
perché non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...

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