"Ho scritto queste dodici canzoni per una donna
che ho amato e che ho perduto,
questi dodici ricordi
sono la bastiglia del mio cuore,
per la mia donna
ho fatto cose ben più grandi
di queste canzoni
ma quelle cose sono ormai perdute
ora
restano soltanto dodici canzoni"
Così si apriva "Piero Litaliano", il primo album del cantautore più dimenticato di tutti: l'immenso Piero Ciampi, colui che ha cantato meglio di tutti l'amore disperato (e non solo).
Nella bella biografia scritta per Onda Rock (vi invito a leggerla: quella o una qualsiasi altra: Ciampi è un personaggio -non solo uno scrittore- assolutamente da riscoprire)si afferma, giustamente: "Cosa c’entra lui con la musica italiana? No, semmai cosa c’entra la musica italiana con uno come lui."
"Se sono solo come mai, non ho una lira e tu lo sai, perdonami (...) se ti procuro tanti guai, perdonami": eccola: l'inadeguatezza di Ciampi verso la vita. Un alieno, specie nell'Italia del boom economico. Epperò c'è un modo per sentirsi in pace col mondo e stare, se non bene, perlomeno meglio: "abbracciami".
E, se pure solo nel mondo dell'illusione, ci si può sentire di rassicurare la propria donna: "tutte le cose che non hai/ accanto a me le troverai (...) tu vai sicura, vai così/ perché io sono sempre qui".
Già: non c'è altro modo, per ripagarla di quello che fa per noi: in qualunque momento, qualunque cosa le succeda... noi ci saremo.
Se sono solo come mai,
non ho una lira e tu lo sai,
perdonami;
sono uno strano uomo che
può frequentare solo te,
abbracciami.
Non sono morto e tu lo sai,
se ti procuro tanti guai
perdonami.
Il dolce non lo mangi mai
ma qualche volta ti rifai,
abbracciami.
tutte le cose che non hai
accanto a me le troverai
nel mondo dell'illusione.
Tu vai sicura, vai così,
perché io sono sempre qui
qui!
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