Non si cerca la donna perfetta, ma la capacità di amare dentro noi stessi.
Discorso già affrontato nel monologo "La Cosa" (dallo spettacolo teatrale "Il Grigio", 1989): "all'inizio sono una meraviglia d'uomo, l'unico! Ma perché duro così poco come meraviglia? Dopo un po' sono un intellettualino noioso, egoista... non faccio più caso alle tenerezze, neanche un sentimento... (...) "e non sei capace di voler bene né a me, né alla bambina, né a nessuno. Tu non sai neanche cos'è l'amore, tu sei bravo solo a scopare!"
... magari! non era mica un complimento, significava: completamente incapace d'amare... io? ma cosa sto cercando da quarant'anni... e inciampo sempre, è vero! No: secondo loro lo faccio così, per passatempo.
E' che l'amore è una parola strana: vola troppo... andrebbe sostituita. (...)
Non sarebbe meglio chiamarlo: 'La Cosa'? Potrebbe diventare più concreto.
All'inizio io, Gabriella... io l'amavo. Certo, all'inizio ho 'sempre' amato. Sì, voglio dire che ho avuto quegli attimi intensissimi che al momento sembra ti lascino dei segni profondi, importanti. Ma 'La Cosa' non è questo... o meglio: non è solo questo. 'La Cosa' è trasformazione, percorso, crescita insieme... sì, per diventare un insieme solido, indistruttibile. Una radice profonda... dove l'altra persona è come il prolungamento del tuo corpo. 'La Cosa' è l'amore. No, un'altra qualtià dell'amore. Una qualità che non rimpiange gli attimi perché diventa la vita. 'La Cosa' non si fa solo con la volontà: è un patto stipulato tra due persone e forse, prima ancora, dal destino. Non so se avrò la fortuna di riuscire mai a farlo, questo patto di sangue: forse ci vorrebbe un uomo.
Cento volte ho provato a cambiare. A ricominciare da capo. A reincarnarmi. Ma mi sono sempre reincarnato... senza di me. Eppure io guardo, io avverto, io tocco... ma è come se sentissi di non essere niente.
Ecco, senza avere avuto una realtà, io passo evanescente tra i sogni di alcune donne che non hanno avuto la possibilità di completarmi. Ci sarà senz'altro il modo di fare... 'La Cosa'! Altrimenti il nostro destino è quello di essere delle scorze di uomini... sì, degli involucri... mai delle persone. Magari dei personaggi... personaggi affascinanti, simpatici anche... mai persone. Ma se è così... l'amore non sarà mai... 'materia', 'terra', 'cosa'... sarà sempre qualcosa che vola... una farfalla che ti si posa un attimo sulla testa e ti rende tanto più ridicolo... quanto maggiore è la sua bellezza"
Analizzare Gaber non è certo un esercizio semplice (e ci sarebbero migliaia di cose da dire!), ma siccome questo blog vuole essere 'leggero' eviterò -per una volta- di dilungarmi troppo.
"Quando sarò capace di amare vorrò una donna che non cambi mai/ ma dalle grandi alle piccole cose/ tutto avrà un senso perché esiste lei" ma soprattutto "potrò guardare dentro il suo cuore/ e avvicinarmi al suo mistero/ non come quando io ragiono... ma come quando respiro" perché è questo, in sintesi, che vuol dire Il Signor G: imparare ad amare vuol dire farlo senza alcuno sforzo, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
E come non emozionarsi quando paragona l'amore a "un fiume che fa il suo corso: senza cattive o buone azioni/ senza altre strane deviazioni... che se anche il fiume le potesse avere/ andrebbe sempre al mare"?
Tutto può succedere, ma gli impedimenti della vita, gli scazzi, i litigi, i drammi possono solo deviarlo, 'l'amore/fiume': alla fine lui arriverà sempre al 'mare/persona amata'.
In fondo, è la cosa più bella che si possa dire a una persona...
Quando sarò capace di amare
probabilmente non avrò bisogno
di assassinare in segreto mio padre
né di far l'amore con mia madre in sogno.
Quando sarò capace di amare
con la mia donna non avrò nemmeno
la prepotenza e la fragilità/ di un uomo bambino.
Quando sarò capace di amare
vorrò una donna che ci sia davvero
che non affolli la mia esistenza
ma che non mi stia lontana neanche col pensiero
vorrò una donna che se io accarezzo una poltrona,
un libro o una rosa
lei avrebbe voglia di essere solo/ quella cosa.
Quando sarò capace di amare
vorrò una donna che non cambi mai
ma dalle grandi alle piccole cose
tutto avrà un senso perché esiste lei
potrò guardare dentro al suo cuore
e avvicinarmi al suo mistero
non come quando io ragiono
ma come quando respiro...
Quando sarò capace di amare
farò l'amore come mi viene
senza la smania di dimostrare
senza chiedere mai/ se siamo stati bene
e nel silenzio delle notti
con gli occhi stanchi e l'animo gioioso
percepire che anche il sonno è vita
e non riposo.
Quando sarò capace di amare
mi piacerebbe un amore
che non avesse alcun appuntamento col dovere
un amore senza sensi di colpa
senza alcun rimorso
egoista e naturale come un fiume che fa il suo corso
senza cattive o buone azioni
senza altre strane deviazioni
che se anche il fiume le potesse avere
andrebbe sempre al mare
... così vorrei amare.