martedì 25 ottobre 2016

27) I Miei Pensieri Sono Tutti Lì - Pierangelo Bertoli

Pierangelo Bertoli è un cantautore troppo politicizzato per piacermi del tutto: versi come "E mi viene da pensare che la lotta col padrone/ è una lotta tra l'amore e l'egoismo/ è una lotta con il ricco che non ama che i suoi soldi/ ed il popolo che vuole l'altruismo" (da Rosso Colore) mi sembrano semplicistici: non mi hanno mai convinto quelli che vedono i buoni tutti da una parte ed i cattivi dall'altra. Ma, al contrario di quello di altri, il suo entusiasmo mi è sempre parso genuino: forse è stato un ingenuo ma, di sicuro, non un ruffiano. E chiamatelo poco, se vi pare.
Molto meglio -restando alle sue canzoni di protesta- Italia d'oro:

"Spero soltanto di stare tra gli uomini/ che l'ignoranza non la spunterà
che smetteremo di essere complici/ che cambieremo chi deciderà"

Senza scomodare vere e proprie pietre miliari come Eppure soffia e A muso duro, la sua canzone che io letteralmente adoro è I miei pensieri sono tutti lì.
Siccome ho un sacco di cose da scrivere su quella canzone, ho pensato di intervallare il testo con i miei pensieri (che -per fortuna- non sono tutti lì):

Fingo di stare calmo, ma sono già le sei
se avessi più buon senso magari me ne andrei
cerco di stare fermo in mezzo al viavai
ti aspetto per fermarti, fra poco scenderai.
quindi: Bertoli è sotto casa della tizia. Vuole tornarle insieme ma ha il terrore che lei gli dica di no (forse memore della figura di merda di Lucio Battisti in Fiori rosa, fiori di pesco). Si rende conto che, se avesse più buon senso (ah, questo sconosciuto!), non sarebbe lì ma, com'è normale, il cuore se ne frega della ragione...
Forse, se tu volessi, forse tu non puoi,
forse mi aspetti ancora o forse non mi vuoi,
certo che i miei pensieri sono tutti lì
è stato inutile mandarli via.
E come tutti ci ha provato e riprovato, a dimenticarla: tutto inutile. Ovvio.
Io vorrei dirti:
"Ciao, come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole, più dolce della primavera"
ma chissà poi se lei mi vorrà ancora, ancora,
Io questo cambio del soggetto a cui Bertoli sta parlando non l'ho mai capito: non ci sono nemmeno problemi di metrica.
"Forse, se tu volessi, forse tu non puoi": tu.
"Ma chissà poi se lei mi vorrà ancora": lei.
Mah: "a volte un dettaglio può uccidere una poesia", cantava Ruggeri.
Perché non andava bene: "ma chissà poi se tu mi vorrai ancora"? (eventualmente si poteva togliere il "tu": "ma chissà poi se mi vorrai ancora"). Dando per scontato che una spiegazione diversa dal "Bertoli ha sbagliato" esiste di sicuro (perché non posso credere che un errore così marchiano non gli sia stato fatto notare da nessuno: è la prima cosa che è venuta in mente a me quando ho sentito la canzone), non riesco a trovarne nessuna con un minimo di logica (e, quando non capisco, m'incazzo).
dopo tanto tempo adesso ancora come allora,
ancora come allora...
Vorrei vederti dentro quando ricorderai
che in tutti questi anni non ti ho cercata mai
Un altro grandissimo, Capossela, cantava: "mi spiace se ho peccato, mi spiace se ho sbagliato/ se non ci sono stato, se non sono tornato".
Versi che sento molto più "miei": io sono di quelli che non tornano, mai.
Se una mi lascia, tendo a credere che abbia i suoi motivi.
E se non le piaccio, purtroppo, non sono di quelli che cambiano: se mi vuole deve tornare lei (e ovviamente non tornano mai).
Come si può perdonare uno che non si è più fatto vivo?
Però sì: se fossi uno che torna ("è qui da te che tornerei", ho cantato una volta), mi piacerebbe "vedere dentro" la persona che non ho cercato, cercare di capire come reagisce davvero il suo cuore: è una strofa che mi è sempre piaciuta moltissimo.
certo, se tu volessi, allora tornerei
a testa bassa come oggi non si fa più.
E' vero: qui si sfiora il patetico.
Ma ci sono quei momenti in cui anche la persona più convinta manda a fare in culo la propria dignità e sente la mancanza di qualcuno, anche se il più delle volte questo qualcuno non merita le sofferenze che ha causato.
Ho anche cercato di capire quanto la particolare condizione di Bertoli (costretto su una sedia a rotelle -motivo, tra le altre cose, di uno dei peggiori ostracismi televisivi di tutti i tempi- dall'età di tre anni a causa di una poliomelite) potesse aver inciso su questo suo tornare da cane bastonato: è plausibile pensare che chi è colpito da un handicap, in qualche caso, in qualche momento, si senta inferiore alle persone "normali". Un'ipotesi che, alla fine, mi sento di escludere senza alcun dubbio: anche se fosse (e non credo sia così) il messaggio della canzone sarebbe troppo pessimistico e contrario alla vita e alle convinzioni di Bertoli, che non si è mai arreso ad un fisico che l'ha tradito troppo e troppo presto, un combattente fino alla fine, senza paura.
No: non era certo tipo da tornare "a testa bassa" per un inesistente senso d'inferiorità. Fossero stati quelli, i pensieri che gli passavano per la testa, non sarebbe tornato mai e poi mai (e ancora mai)... Una persona -e  più vengono colpite dal destino bastardo, più le persone sono forti- come lui poteva accettare la sconfitta solo contro il rivale più dolce di tutti: l'amore.
Forse, se tu volessi, forse cambierei,
forse tu aspetti un altro e sono già le sei,
certo che i miei pensieri sono tutti lì
non so decidermi a mandarli via.
E arriva a pensare di poter cambiare... Non credo nei cambiamenti: ultimamente ho smesso anche di "farmi bello" (già: come se fosse una roba facile........) ai primi appuntamenti. Voglio piacere per come sono, non per come posso essere una sera al mese, altrimenti ciao e ci si vede, prima o poi... Se devo cambiare è perché non piaccio, e quindi la tizia farebbe bene a cercarsene un altro fin dall'inizio.
Lo sa anche Bertoli, che però canta "i miei pensieri sono tutti lì, non so decidermi a mandarli via": questa donna dev'essere davvero eccezionale, o magari sa solo come farsi rimpiangere.
Io vorrei dirti:
"Ciao, come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole, più dolce della primavera"
ma chissà poi se lei mi vorrà ancora, ancora
dopo tanto tempo adesso ancora come allora,
ancora come allora...
Forse, se tu volessi, forse cambierei,
ci ho ripensato tante e tante volte ormai,
tanto che i miei pensieri sono tutti lì
non è possibile mandarli via.
All'inizio non sapeva decidersi a mandare via i suoi pensieri, ma più il tempo passa e più si rende conto che non è mai stata una sua scelta: è il cuore che comanda e -come sempre- non accetta vie di mezzo. Adesso capisce che quei pensieri "non è possibile mandarli via".
Io ti dirò:
"Ciao, come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole, più dolce della primavera"
ma chissà poi se lei mi vorrà ancora, ancora
dopo tanto tempo adesso ancora come allora,
ancora come allora.
E allora tutto cambia: non dice più "Io vorrei dirti", ma "Io ti dirò"... Ogni difesa è caduta, la resa è inevitabile. O forse no, perché subito dopo torna a cantare "vorrei":
Io vorrei dirti:
"Ciao, come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole più dolce della primavera"
ma chissà poi se lei mi vorrà ancora, ancora
dopo tanto tempo adesso ancora come allora,
ancora come allora.
Chissà cosa ha fatto, Bertoli, quella sera alle sei: l'avrà aspettata davvero? L'avrà fermata o solo guardata andarsene da lontano? Una delle cose belle di certe canzoni è che riescono a travalicare il proprio senso, perché l'ascoltatore ha la facoltà di deciderne il senso e il finale, e tutte le interpretazioni diventano legittime.


E io?
Facile parlare della debolezza -magari solo temporanea- degli altri... ma poi le idee stupide colpiscono a tradimento e sì, certo che le si manda via. Ma rendono più deboli. Oppure più forti, chi lo sa...

Fingo di stare calmo ma sono già  le sei
se avessi più buon senso magari me ne andrei
cerco di stare fermo in mezzo al viavai
ti aspetto per fermarti, fra poco scenderai.
Forse se tu volessi, forse tu non puoi,
forse mi aspetti ancora o forse non mi vuoi,
certo che i miei pensieri sono tutti lì
è stato inutile mandarli via.
Io vorrei dirti:
“Ciao come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole più dolce della primavera”,
ma chissà  poi se lei mi vorrà ancora, ancora,
dopo tanto tempo adesso ancora come allora
ancora come allora.
Vorrei vederti dentro quando ricorderai
che in tutti questi anni non ti ho cercato mai
certo se tu volessi allora tornerei
a testa bassa come oggi non si fa più.
Forse se tu volessi, forse cambierei,
forse tu aspetti un altro e sono già le sei,
certo che i miei pensieri sono tutti lì
non so decidermi a mandarli via.
Io vorrei dirti:
“Ciao come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole più dolce della primavera”,
ma chissà  poi se lei mi vorrà ancora, ancora,
dopo tanto tempo adesso ancora come allora
ancora come allora.
Forse se tu volessi, forse cambierei,
ci ho ripensato tante e tante volte ormai,
certo che i miei pensieri sono tutti lì
non è possibile mandarli via.
Io ti dirò:
“Ciao come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole più dolce della primavera”,
ma chissà poi se lei mi vorrà  ancora, ancora,
dopo tanto tempo adesso ancora come allora
ancora come allora.
“Ciao come stai? Come sei bella stasera,
più bella del sole più dolce della primavera”,
ma chissà  poi se lei mi vorrà ancora, ancora,
dopo tanto tempo adesso ancora come allora
ancora come allora.

lunedì 10 ottobre 2016

26) Vorrei - Francesco Guccini

... e ritorno al mio amore vero, quello per i cantautori: curioso che, di due di loro (Vecchioni e Guccini) che si stimano (tanto che a un Premio Tenco Guccini ha cantato "Luci a San Siro" presentandola come "una canzone che vorrei aver scritto io") e sono amici, abbia scelto canzoni con lo stesso titolo.
ok: di quell'altro personaggio parleremo MOOOLTO a lungo...

L'album è "D'amore, di morte e di altre sciocchezze" (1996), quello che personalmente reputo il migliore dell'ultima parte della carriera del cantautore modenese, contenente anche due grandi classici del suo repertorio come "Cirano" e "Quattro Stracci".

Vorrei... vorrei sapere tutto di te, conoscerti profondamente perché ti amo tantissimo ma non mi sembra mai abbastanza: "Vorrei conoscer l'odore del tuo paese/ camminare di casa nel tuo giardino (...) vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero/ come se amici fossimo sempre stati".
Vorrei viaggiare con te per raccontarti tutto quello che so, e per scoprire attraverso i tuoi occhi quello che è cambiato... eppure vorrei anche "restare per sempre in un posto solo/ per ascoltare il suono del tuo parlare/ e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo/ impliciti dentro al semplice tuo camminare/ e restare in silenzio al suono della tua voce/ o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso/ dimenticando il tempo troppo veloce/ o nascondere in due sciocchezze che son commosso".
Vorrei, in poche parole "che l'oggi restasse oggi/ senza domani/ o domani potesse tendere all'infinito".
E lo vorrei, semplicemente, "perché non sono/ quando non ci sei"...


Vorrei conoscer l'odore del tuo paese,
camminare di casa nel tuo giardino,
respirare nell'aria sale e maggese,
gli aromi della tua salvia e del rosmarino.
Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero
parlando con me del tempo e dei giorni andati,
vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero,
come se amici fossimo sempre stati.

Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci
e i ciuffi di parietaria attaccati ai muri,
le strisce delle lumache nei loro gusci,
capire tutti gli sguardi dietro agli scuri

e lo vorrei
perché non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...

Vorrei con te da solo sempre viaggiare,
scoprire quello che intorno c'è da scoprire
per raccontarti e poi farmi raccontare
il senso d'un rabbuiarsi e del tuo gioire;
vorrei tornare nei posti dove son stato,
spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
e per farmi da te spiegare cos'è cambiato
e quale sapore nuovo abbia l'universo.

Vedere di nuovo Istanbul o Barcellona
o il mare di una remota spiaggia cubana
o le greppe dell'Appennino dove risuona
fra gli alberi un'usata e semplice tramontana

e lo vorrei
perché non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...

Vorrei restare per sempre in un posto solo
per ascoltare il suono del tuo parlare
e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo
impliciti dentro al semplice tuo camminare
e restare in silenzio al suono della tua voce
o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso
dimenticando il tempo troppo veloce
o nascondere in due sciocchezze che son commosso.

Vorrei cantare il canto delle tue mani,
giocare con te un eterno gioco proibito
che l'oggi restasse oggi senza domani
o domani potesse tendere all'infinito

e lo vorrei
perché non sono quando non ci sei
e resto solo coi pensieri miei ed io...

mercoledì 5 ottobre 2016

25) Il Giro Del Mondo Senza Di Te-Nobraino

... e pensare che io ci ho pure provato, una volta, a riconquistare una ragazza usando questa canzone. Avevo poche speranze, perché il messaggio è stato abbastanza criptico: "toh, se lo vuoi ti regalo questo ciddì"... da lì a capire che glielo regalavo per questa canzone e, in particolare, per dirle che potevo anche vivere -e bene- senza di lei, ma "non sono completo se sto senza di te"... beh: il passo era abbastanza lungo.
Certo: se avesse voluto capire avrebbe capito.
Ma non l'ha fatto -e lo sapevo già- e insomma: mooolto meglio così.
Lo sai che ho coraggio e faccio il giro del mondo anche senza di te
poi quando ritorno starò senza di te, perché sono felice anche senza di te

ma ho visto Londra, Parigi, e gli mancava qualcosa
non pendeva abbastanza la torre di Pisa
mi è sembrata un po' corta la muraglia cinese
ma sul muro del pianto non ho pianto perché

lo sai che ho coraggio e faccio il giro del mondo anche senza di te
poi quando ritorno starò senza di te, perché sono felice anche senza di te

ma ho visto Roma, Atene, e non avevano una storia
sopra i monti del Tibet non c'era che l'aria
era un caldo d'inferno laggiù all'equatore
ma sul muro del pianto non ho pianto perché

lo sai che ho coraggio e faccio il giro del mondo anche senza di te
poi quando ritorno starò senza di te, perché sono felice anche senza di te

e ho visto Tokio, Berlino, poi Mosca poi ancora
nella terra del fuoco non sentivo il calore
era un caldo d'inferno laggiù all'equatore
ma sul muro del pianto non ho pianto perché

lo sai che ho coraggio e faccio il giro del mondo anche senza di te
poi quando ritorno starò senza di te, perché sono felice anche senza di te
sono felice anche senza di te
sono felice anche senza di te

lo sai che ho coraggio e se dico che vado ci puoi credere, davvero
guardo in faccia il futuro e mi sento leggero
perché sono un grand'uomo anche senza di te
ma non sono completo se sto senza di te.

martedì 4 ottobre 2016

24) Buon Appetito - Dente

Volevo aspettare un po', prima di proporre altri brani di cantanti già "utilizzati"... però sono le cinque del mattino e non ho voglia di andare a dormire e, insomma: a me Dente piace davvero tanto.
E' un amore finito, quello di "Buon Appetito" (la rima è orribile e assolutamente non voluta: sorry!), finito talmente male che ci si sente liberi e realizzati, sapendo di non vederla più, "di non fidarmi più qualsiasi cosa mi dirai (...) non toccarti più/ non seguirti più in tutto ciò che fai (...) non sapere più quando dormi con chi lo fai/ di tutte le lacrime che hai, quante ne piangerai?"
Si vuole chiuderlo il più in fretta possibile, un capitolo orribile della nostra vita, e lo si fa sputandoci sopra... sarebbe bello, addirittura, "non sapere più nemmeno dove abiti".
Ma ovviamente lo sappiamo e, se abbiamo amato, odieremo. All'inizio.
Poi chissà: magari torneremo piangendo sotto quella casa che non vorremmo nemmeno sapere dove sta...

Sapessi che felicità mi dà l'idea di non vederti più
l'idea di non fidarmi più qualsiasi cosa mi dirai 
Sapessi che felicità mi dà l'idea di non toccarti più
l'idea di non seguirti più in tutto ciò che fai
Ho messo le mani in tasca ed ho sputato sulla tavola...
buon appetito amore mio! 
Sapessi che felicità mi dà l'idea di non sapere più
quando cammini dove vai, quando dormi con chi lo fai 
Di tutte le lacrime che hai quante ne piangerai? 
Quantificando il male che mi fai/ ho visto che non finisce mai 
Quindi ho messo le mani in tasca ed ho sputato sulla tavola...
buon appetito amore mio! 
Quando fai la spesa cosa comperi, di che colore hai colorato i mobili, 
vorrei non sapere più nemmeno dove abiti
Quando fai la spesa cosa comperi, di che colore hai colorato i mobili, 
vorrei non sapere più nemmeno dove abiti
Quando fai la spesa cosa comperi, di che colore hai colorato i mobili, 
vorrei non sapere più nemmeno dove abiti
Quando fai la spesa cosa comperi, di che colore hai colorato i mobili, 
vorrei non sapere più nemmeno dove abiti
Quando fai la spesa cosa comperi, di che colore hai colorato i mobili, 
vorrei non sapere più nemmeno dove abiti
Quando fai la spesa cosa comperi, di che colore hai colorato i mobili, 
vorrei non sapere più nemmeno dove abiti
Quando fai la spesa cosa comperi, di che colore hai colorato i mobili, 
vorrei non sapere più nemmeno dove abiti

23) Chiedo - Dente

bella, l'idea di usare come titolo di una canzone una parola che, nel brano, non compare mai...
la storia è finita ed è il momento dell'esame di coscienza: sì, abbiamo sbagliato anche noi. E non devono trarre in inganno le scuse che sembrano negarsi a vicenda ("scusa per i baci che ti ho dato (...) scusami se non ti ho baciato" e via dicendo): l'amore non è una cosa semplice, e bisogna capire i momenti... c'è quello in cui un bacio è ben accetto e quello in cui è l'ultima delle cose che l'altra persona vorrebbe.
Scusa, amore: ci ho provato in tutti i modi, eppure ho fallito.
Personalmente, ritengo "Chiedo" uno dei brani più belli degli ultimi dieci anni.

Scusa per i baci che ti ho dato
scusa per le mille volte che ti ho toccato
scusa per averti conosciuto ed averti accompagnato
scusami se ti ho salutato baciandoti la mano
mi scuso per averti detto un giorno "mi mancherai tantissimo"
scusa se ho insistito e non mi sono trattenuto, scusami
scusa se ho la faccia come il culo, scusa se non ti ho capito
scusa per gli inviti e le colline e le feste di paese
scusa per i cambi di stagione che vivo ad ogni mese
scusa per la mia felicità ogni primo di gennaio
scusa tutto quello che ho bevuto e quello che non ho taciuto
scusami per quello che ti ho dato
se ti ho desiderato/ oltremodo scusami
scusami se non ti ho baciato qualche volta, scusami
scusami quando è capitato che non ti ho toccato
scusami se non ti ho conosciuto e non ti ho accompagnato
scusami se non ti ho salutato baciandoti la mano
mi scuso per averti detto un giorno "vai, ti aspetto qui"
scusa se mi sono trattenuto e se non ho insistito scusami
scusa se ho la faccia e se la uso e se in fondo ti ho capito
scusa se la fine di stagione non coincide questo mese
scusa per la tua felicità il primo di gennaio
scusa quello che non ho bevuto e quello che ho taciuto
scusami per ciò che non ti ho dato, se mi hai desiderato
in qualche modo scusami

lunedì 3 ottobre 2016

22) Ti Amo - Umberto Tozzi

Okkey: questa me la gioco sporca... nel senso che la canzone mi piace ma, diciamocelo: il testo non è esattamente il più profondo che mi sia mai capitato di sentire. Tanto che lascio la parola a Lella Costa che, nel suo libro "Che Bello Essere Noi" (Piemme Edizioni, 2014) prende -benevolmente ma parecchio- in giro la canzone rispondendo, con il suo personalissimo sarcasmo femminile, a ogni strofa. Così:

Ti amo (bene, mi fa piacere, spero tu ti renda conto di quello che stai dicendo)
Un soldo e ti amo (già siamo fuori tema, cosa c'entra il soldo)
In aria ti amo (suppongo sia l'inevitabile seguito all'incomprensibile entrata in scena della moneta)
Se viene testa vuol dire che basta lasciamoci (quando si dice delle motivazioni serie, delle scelte ponderate, bravo)
Ti amo (sì, il concetto inizia a essermi chiaro, anche perché trattasi di verbo più pronome, roba basica)
Io sono ti amo (deve essere la sindrome di Alberto Lupo)
In fondo un uomo (dici bene: in fondo)
Che non ha freddo nel cuore del letto comando io (ossignore benedetto e adesso come faccio a non ridere)
Ma tremo davanti al tuo seno (va bene, l'importante è che non succeda il contrario)
Ti odio e ti amo (concetto nuovissimo, direi inedito, complimenti)
E' una farfalla che muore sbattendo le ali l'amore che a letto si fa (abbi pazienza, faccio fatica a seguirti, vuoi farmi capire che possiedi alcune nozioni basiche di entomologia oltre a un'infarinatura di educazione sessuale)
Prendimi l'altra metà (cioè? cos'è, una metafora, metà di cosa, vuoi finire il salame, sei un potenziale donatore di organi, aiutami a capire, dillo con parole tue)
Oggi ritorno da lei (e chi sarebbe questa new entry? la tua mamma, amante, maggiore azionista, psicoterapeuta?)
Primo maggio su coraggio (mi sa che lo stiamo proprio perdendo, proverei con 500 cc di soluzione salina, al mio tre lo intubiamo)
Io ti amo (come dirti in modo garbato che non c'è alcuna reciprocità?)
E chiedo perdono (e fai bene, non so perché ma fai bene)
Ricordi chi sono (molto vagamente)
Apri la porta a un guerriero di carta igienica (noooo! e questa cosa vorrebbe essere, un'aggraziata metafora della fragilità maschile?)
E dammi il tuo vino leggero che hai fatto quando non c'ero (a parte che io sotto i 14 gradi non mi ci metto nemmeno, non è che mi confondi con una che girava per colline insieme a Lucio Battisti tanti anni fa?)
E le lenzuola di lino (inteso come tessuto o come nome proprio? e comunque non avertene a male ma io il mo corredo non lo cedo facilmente, a uno psicopatico, poi)
Dammi il sonno di un bambino che ta (ta? come sarebbe ta, cos'è, un'omatopea, un attacco di balbuzie, cosa diavolo vuol dire ta?)
Sogna (ah, be', certo, se sogna si spiega tutto, sarà in piena fase rem)
Cavalli e si gira (quindi la creatura sogna Roberto Cavalli, e lo credo che si giri, si rivolterà proprio, manca solo Briatore ed è l'incubo perfetto)
E un po' di lavoro (no, scusa, è un altro complemento oggetto retto da quel "dammi"? e per quale curiosa svolta degli eventi adesso mi sarei trasformata in un'agenzia interinale? o c'entra ancora quel vecchio trauma di Gloria che si è data e della mano che lavora piana?)
Fammi abbracciare una donna che stira cantando (va bene, ho capito, tu sei veramente fuori, ma fuori del tutto, hai le allucinazioni, deliri, vedi cose che nella realtà non esistono né mai esisteranno)
E poi fatti un po' prendere in giro (ma sì, basta con tutta questa serietà, allegeriamo)
Prima di fare l'amore (quando si dice un mago dei preliminari)
Vesti la rabbia di pace/ le sottane di luce (va bene, ho capito, mi arrendo, li chiamo)
Io ti amo (buonasera, sì, mi scusi, è il pronto soccorso psichiatrico?)
Ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo...
La voce sfuma fino a venire sovrastata dalla sirena di un'ambulanza.

Però, nonostante l'involontaria comicità di alcune strofe, la canzone mantiene un suo fascino: è sempre bello dire e sentirsi dire, semplicemente, "ti amo".

Ti amo, 
un soldo/ ti amo, 
in aria ti amo 
se viene testa vuol dire che basta/ lasciamoci. 
ti amo, io sono, ti amo, in fondo un uomo 
che non ha freddo nel cuore, nel letto comando io 
ma tremo davanti al tuo seno, 
ti odio e ti amo, 
è una farfalla che muore sbattendo le ali 
l'amore che a letto si fa/ prendimi l'altra metà 
oggi ritorno da lei 
primo Maggio, su coraggio 
Io ti amo e chiedo perdono/ ricordi chi sono 
apri la porta a un guerriero di carta igienica 
e dammi il tuo vino leggero 
che hai fatto quando non c'ero 
e le lenzuola di lino 
dammi il sonno di un bambino che "ta"/ sogna 
cavalli e si gira/ e un po' di lavoro 
fammi abbracciare una donna che stira cantando 
e poi fatti un po' prendere in giro 
prima di fare l'amore 
vesti la rabbia di pace e sottane sulla luce 
io ti amo e chiedo perdono/ ricordi chi sono 
ti amo, ti amo, ti amo ti amo 
e dammi il tuo vino leggero 
che hai fatto quando non c'ero 
e le lenzuola di lino
dammi il sonno di un bambino 
che "ta"/ sogna
cavalli e si gira/ e un po' di lavoro 
fammi abbracciare una donna che stira cantando 
e poi fatti un po' prendere in giro 
prima di fare l'amore 
vesti la rabbia di pace e sottane sulla luce 
io ti amo e chiedo perdono/ ricordi chi sono 
ti amo, ti amo, ti amo ti amo