Ho scelto una di quelle canzoni forse poco conosciute, ma comunque splendide: l'album è "La Pubblica Ottusità" (1987) e, nonostante arrivi due anni dopo il clamoroso flop del film "Joan Lui", ottiene un "ottimo successo" (wikipedia dixit). Anche perché Celentano è il presentatore del varietà del sabato sera di Rai Uno, Fantastico 8, e utilizza due brani dell'album come sigle del programma.
Ma chissenefrega del marketing: qui parliamo d'amore...
Sono i primi giorni di libertà dopo la fine di una storia che possiamo intuire travagliata: è il momento in cui si gode dei piccoli piaceri che, per compiacere l'altra, in precedenza ci si negava ("e abbondar con l'aglio/ anche se non vuoi/ cara dolce rompi... tanto non ci sei").
Lo sguardo di Lei è definito uno "spillo": quindi, almeno negli ultimi tempi, un continuo fastidio... e infatti lui se ne sta solo in casa, finalmente tranquillo. E il non dover mettere in ordine, il non essere obbligato a sedersi a tavola per cena diventano delle piccole/grandi conquiste: non perché lo siano davvero, ma perché arriva un punto dopo il quale si finisce per fare quello che vuole l'altra persona con fastidio, magari solo per non litigare.
Epperò quella persona manca: manca dannatamente... il "prezzo della libertà" non è stare soli: è stare soli e pensarla sempre.
E il personaggio "macho", da sempre rappresentato (anche se spesso con ironia) da Celentano, si libera di tutta la sua superbia e accetta non la sconfitta (perché resto convinto che non esistano sconfitti e vincitori, in amore), ma la propria necessità di vederla e di passare finalmente, di nuovo, "una notte sveglio accanto a te".
Noi uomini siamo spesso così: facciamo i duri ma poi vorremmo solo una cosa... trovare il coraggio di dirle: "torna appena puoi"
Starmene tranquillo/ solo in casa mia
senza quello spillo del tuo sguardo che mi spia
cosa c'è di meglio/ del disordine
cosa c'è di meglio che mangiare quel che c'è
e abbondar con l'aglio/ anche se non vuoi
cara dolce rompi... tanto non ci sei.
Cosa c'è di meglio di un caffè
anche se lo zucchero non c'è
anche senza te/ anche senza te...
e se il prezzo della libertà
è di stare soli ci si sta
soli anche se/ penso ancora a te.
Ho telefonato/ a un amico o due
ma eran sorvegliati e li ho sentiti sulle su
giorni di sbadigli/ notti di TV
forse stavo meglio proprio quando c'eri tu
tanto tu sei quella/ che non sbaglia mai
cara dolce rompi/ torna appena puoi.
Cosa c'è di meglio di un caffè
di una notte sveglio accanto a te
solo accanto a te/ solo accanto a te
me lo avevi detto e lo scordai
tu sei quella che non sbaglia mai
che non sbaglia mai/ che non sbaglia mai
che non sbaglia mai/ che non sbaglia mai
cara dolce rompi/ dolce rompi cara