martedì 29 novembre 2016

33) Non Voglio Ritrovare Il Tuo Nome - Afterhours

... e la so, la prima obiezione: "con tutto quello che hanno scritto gli Afterhours, usi una canzone del "periodo X-Factor" di Manuel Agnelli..."
beh: chevvidevodire?
a me piace.
tanto (anche se la base è quella di Generale di Francesco De Gregori).

L'amore sembrava infinito "dicevi che la gente ha ciò che merita e tu eri mia/ noi soli non saremmo morti mai" ma, come capita spesso, era una bugia: "occhi blu/ non respiri più con me/ occhi blu/ io non ero come te".
E' in quei momenti che persino la persona più buona diventa preda del lato oscuro o, per dirla alla Baccini, passa "dalla parte di Caino": "sotto i buoni c'è un cadavere/ sotto i cattivi un angelo ucciso da un'idea" e anche: "per te io volevo diventare un uomo/ farti ridere.... ma ti ho odiato quando sei andata via"
C'è solo un modo per superare il dolore: dimenticare: "ti nascondo dentro me/ per non ritrovarti più/ la vedo la tua luce, sai?/ Ma non voglio ritrovare il tuo nome". Già, come se fosse facile!
Ci si prova, comunque: "vedevo la tua luce, sai/ come dentro un incantesimo/ vedevo la tua luce, sai/ ma ho fatto un incantesimo/ e tutto a un tratto non ci sei più".
Basta un incantesimo e lei, di colpo, è completamente dimenticata! (posso essere scettico, vero?)

Scava sotto i buoni c'è un cadavere
sotto ai cattivi un angelo ucciso da un'idea

Dicevi che la gente ha ciò che merita e tu eri mia
noi soli non saremmo morti mai

L'ho nascosto dentro me
così bene in fondo a me
che la vedo la tua luce, sai
ma non riesco a ritrovare il tuo nome

Occhi blu/ non respiri più con me
occhi blu/ io non ero come te

Ma non riesci ad esser mai davvero quel che vuoi
la vedo la tua luce, sai? La vedo la tua luce, sai?
Ma non riesco a ritrovare il tuo nome

Un uomo può distinguersi da un'ombra
se cerca di esser sempre causa
di quel che gli accadrà

E per te io volevo diventare un uomo/ farti ridere
ma ti ho odiato quando sei andata via

Ti nascondo dentro me/ per non ritrovarti più
la vedo la tua luce, sai? Ma non voglio ritrovare il tuo nome

Occhi blu/ tu non eri come me
non sei tu/ che respiri su di me

La tua intelligenza non ti lascia sola mai
dimentichi il sapore, sai/ dimentichi la voce
ma lo sai che è stato meglio così

Occhi blu/ tu non eri come me
non sei tu/ chi respira su di me

Vedevo la tua luce, sai/ come dentro un incantesimo
vedevo la tua luce, sai/ ma ho fatto un incantesimo
e tutto a un tratto non ci sei più.

sabato 26 novembre 2016

32) Abbi Cura di Te - Levante

Non è sempre necessaria l'originalità: ci sono parole che usano tutti (spesso a sproposito) ma che... insomma: se vuoi dire quella cosa lì, sono proprio le parole da usare. "Amore", per esempio: "e chiamami amore, senza tremare/ saremo anche banali ma che nome dare a questo vortice che porto al cuore?". Levante (nome d'arte di Claudia Lagona) canta della necessità di buttarsi, quando l'amore chiama, di lasciarsi tutto alle spalle e accettare anche il dolore che una storia porta con sé perché: "che cosa vale vivere tra le paure senza avere mai il coraggio di rischiare?"
Siamo noi a decidere della nostra vita ed è inutile lasciarsi sopraffare dal fatalismo: "Il vento soffia, sposta il tempo, il tempo soffierà su te". Prima di tutto abbi cura di te e poi, quando avrai capito cosa vorrai davvero, abbi cura anche di me, ed infine di "noi". Comunque vada: "io ti ricorderò tra i miei desideri e i sogni che la notte porta e il giorno non cancella mai".

Oh! Io l'unico difetto che ho trovato a Levante è che è già sposata...

Ovunque andrai abbi cura di te, cura dei tuoi guai
Io ti ricorderò tra i miei desideri e i sogni che
la notte porta e il giorno non cancella mai
Un giorno poi abbi cura di me, cura di noi
per ogni passo che ho fatto per venire fino a te
per quelli che farei, per quelli che farò
per non stancarmi mai, mai

E chiamami amore, senza tremare
saremo anche banali
ma che nome dare a questo vortice che porto al cuore?
Ancora chiamami amore e ci faremo male
ma che cosa vale vivere tra le paure senza avere mai il coraggio di rischiare? Amore...

Difenditi!
Il vento soffia, sposta il tempo, il tempo soffierà su te
per ogni volta che abbasserai lo sguardo
senza più chiedere perché, chiedere di me...
tu non scordarti mai, mai, mai, mai...

E chiamami amore, senza tremare
saremo anche banali
ma che nome dare a questo vortice che porto al cuore?
Ancora chiamami amore e ci faremo male
ma che cosa vale vivere tra le paure senza avere mai il coraggio di rischiare? Amore...

Segui la parte sinistra, il battito lento, l'istinto che sia.
Segui le orme dorate, i cieli d'argento, non perderti via…

sabato 19 novembre 2016

31) Cosa Mi Manchi A Fare - Calcutta


Brutta cosa, essere lasciati, specie quando lei t'è rimasta nella testa e nel cuore... la prima reazione è quella di attaccarsi a qualsiasi cosa ce la ricordi "mi prenderò un gelato con il tuo sapore", poi c'è la non accettazione di quello che è successo: "ti spaccherò la faccia se non mi dai il cuore".
E il tarlo è sempre lì: "dimmi cosa mi manchi a fare?"
La vita va avanti, solo che è diventato tutto più difficile.
La strofa che preferisco in assoluto è: "Ma io ti dichiaro dentro una TV/ che io da te non ho voluto amore/ volevo solo scomparire in un abbraccio/ volevo solo scomparire in un abbraccio/ confondermi con...": specie quel "volevo solo scomparire in un abbraccio", che trovo struggente e bellissimo.
Ma poi... cosa ci sarà di così complicato nella vita senza di lei? Tutto, ovviamente: "dovrò soltanto reimparare a camminare..."


La pioggia scende fredda e su di te
Pesaro è una donna intelligente
forse è vero ti eri fatta trasparente
ma non ci cascherai mai

E non mi importa se non mi ami più
e non mi importa se non mi vuoi bene
dovrò soltanto reimparare a camminare
dovrò soltanto reimparare a camminare
se non ci sei tu, uh

Raggiungermi è un orgasmo da provare
ricordami le olive sono buone
mi prenderò un gelato con il tuo sapore
ti spaccherò la faccia se non mi dai il cuore

Ma non mi importa se non mi ami più
e non mi importa se non mi vuoi bene
dovrò soltanto reimparare a camminare
dovrò soltanto reimparare a camminare
se non ci sei tu, uh

E allora dimmi che cosa mi manchi a fare
ti prego dimmi che cosa mi manchi a fare
tanto mi mancheresti lo stesso ,che cosa mi manchi a fare
ti prego dimmi

Ma io ti dichiaro dentro una TV
che io da te non ho voluto amore
volevo solo scomparire in un abbraccio
volevo solo scomparire in un abbraccio
confondermi con, con, con, con

E non mi importa se non mi ami più
e non mi importa se non mi vuoi bene
dovrò soltanto reimparare a camminare
dovrò soltanto reimparare a camminare
se non ci sei tu, uh

lunedì 14 novembre 2016

30) Lei, Lui, Firenze - Brunori Sas

Firenze, già: due volte di fila.
Troppo bella la coincidenza, per non sottolinearla...
Sarà che Firenze è davvero una città magica e che, quando la si visita (come succede a Roma, Venezia, Parigi e davvero poche altre metropoli), è difficile non innamorarsi.
Lei e lui si ritrovano, sei anni dopo la fine della loro storia, ed è lui ad avere dei dubbi: "Pensi davvero che sia una buona idea? Stare seduti in un bar fino alle nove di sera (...)parlar di Firenze, di com'è invecchiata/ dall'ultima volta che l'ho salutata". Dopo il bar, lei propone un giro all'Ikea (conosco solo tre canzoni che citano l'Ikea: "Litigare all'Ikea" dei Perturbazione, questa e "L'amore ai tempi dell'Ikea" dei Lo Stato Sociale): invito che lui declina in un modo che la fa sorridere: "mi guardi e sorridi: non sono cambiato/ dall'ultima volta che mi hai perdonato".
E quando il tuo grande amore sorride, ed è merito tuo, non c'è più nulla da fare: avevi cercato di seppellirli, i tuoi sentimenti, ma è bastato quel lieve movimento delle labbra per farli tornare in superficie, più forti che mai...
Già: c'è poco da mentire dicendo che, semplicemente: "con te sto bene/ anche se ormai è finita".
Non basterà certo un film di Fellini per dimenticare il passato: gli errori, i tradimenti, le notti solitarie e gli anni passati lontani, probabilmente con altri amori "... e non sarà certo stasera a cancellare una vita intera/ ma stasera ho voglia di girare ancora un altro finale/ per noi che non ci amiamo più" (ma stiamo così bene insieme che sembra di sentire Battisti: "io vorrei, non vorrei, ma se vuoi...").

Pensi davvero che sia una buona idea
stare seduti in un bar fino alle nove di sera
bere un altro Bianco Sarti, guardando la gente
discutere di ferie a lavoro, fare finta di niente
parlar di Firenze, di com'è invecchiata
dall'ultima volta che l'ho salutata.
Penso che sia una follia andare all'Ikea
c'è sempre una gran confusione anche di sabato sera
poi lo sai mi fa tristezza vedere la gente
che sogna di comprare tutto e si accontenta di niente
mi guardi e sorridi: non sono cambiato
dall'ultima volta che mi hai perdonato.
Eh! Che cosa vuoi che ti dica?
con te sto bene anche se ormai è finita
e lo so che non basta un bicchiere per sorridere e dimenticare
ho le mie solite bugie e le mie sciocche fantasie
ma stasera ho voglia di brindare a un'altra storia d'amore...
per noi che non ci amiamo più.
Pensi davvero che sia una splendida idea
andarcene al cinema Flora a vedere Fellini
mangiare pop-corn in platea come due ragazzini
scambiarci commenti osceni, scandalizzare i vicini.
Che bella Firenze le sere d'estate
le luci del centro, le nostre risate
beh! Che cosa vuoi che ti dica
ti voglio bene anche se ormai è finita
non sarà certo Mastroianni a cancellare di colpo sei anni
e non sarà stasera a cancellare una vita intera.
Ma stasera ho voglia di girare ancora un altro finale
per noi che non ci amiamo più...

mercoledì 9 novembre 2016

29) Firenze (Canzone Triste) - Ivan Graziani

Una donna, due uomini: same old story, parrebbe... ma qui siamo a Firenze e canta Ivan Graziani, uno che ha fatto dell'originalità uno dei suoi tratti distintivi: lei è un'artista e Firenze le sta stretta: "io sono nata da una conchiglia -diceva- la mia casa è il mare e con un fiume no, non la posso cambiare". Tanto che, sarà la nostalgia di casa, saranno i casini sentimentali, a un certo punto prende i suoi disegni (quelli che prima erano definiti i suoi "sogni") e li butta in Arno.
Il rivale di Ivan è tale Barbarossa, studente irlandese di filosofia che "con il tuo italiano insicuro certe cose le sapevi dire".
Nessuno dei due vince, alla fine: lei se ne va, l'altro -finiti gli studi- torna in Irlanda e a Firenze rimane solo Ivan: "fottuto di malinconia e... di lei". Ed è per questo che non gli rimane che cantare "una canzone triste, triste, triste... triste come me" perché "non c'è più nessuno/ che mi parli ancora un po' di lei... ancora un po' di lei".
La mancanza è totale, assoluta: con lei se n'è andata perfino l'allegria.
Non c'è nulla di più malinconico (e poetico) dell'amore, quando finisce.

Firenze lo sai, non è servita a cambiarla
la cosa che ha amato di più è stata l'aria
lei ha disegnato, ha riempito cartelle di sogni
ma gli occhi di marmo del Colosso Toscano
guardano troppo lontano.
Caro il mio Barbarossa, studente in filosofia
con il tuo italiano insicuro certe cose le sapevi dire.
Oh lo so, lo so, lo so, lo so bene, lo so
una donna da amare in due in comune fra te e me...
ma di tempo ce n'è in questa città
fottuti di malinconia e di lei.
Per questo canto una canzone triste, triste, triste...
triste come me
e non c'è più nessuno che mi parli
ancora un po' di lei, ancora un po' di lei
e non c'è più nessuno che mi parli
ancora un po' di lei, ancora un po' di lei.
Ricordo i suoi occhi, strano tipo di donna che era
quando gettò i suoi disegni con rabbia giù da Ponte Vecchio
"Io sono nata da una conchiglia" diceva
"la mia casa è il mare e con un fiume no,
non la posso cambiare".
Caro il mio Barbarossa, compagno di un'avventura
certo che se lei se n'è andata no, non è colpa mia.
Oh lo so, lo so, lo so, la tua vita non cambierà
ritornerai in Irlanda con la tua laurea in filosofia
ma io che farò in questa città?
Fottuto di malinconia e di lei...
per questo canto una canzone triste, triste, triste...
triste come me
e non c'è più nessuno che mi parli ancora un po' di lei,
ancora un po' di lei.
e non c'è più nessuno che mi parli ancora un po' di lei,
ancora un po' di lei...

martedì 8 novembre 2016

28) Non è Nel Cuore - Eugenio Finardi

Costruire un amore non è per niente facile: capita di illudersi o di far di tutto per far funzionare una storia che, semplicemente, non può funzionare davvero... alle volte lo si vede addirittura come una chimera irraggiungibile: "la prima volta che ho fatto l'amore/ non è stato granché divertente: ero teso, ero spaventato/ era un momento troppo importante/ da troppo tempo lo aspettavo e ora che era arrivato/ non era come nelle canzoni... mi avevano imbrogliato".
Già: son proprio le canzoni (e i film, e i poeti!), alle volte, a fregarci... si pensa che tutto sarà perfetto da subito e invece no (anche se a volte capita): un amore bisogna sudarselo ed è inutile cercare di costruirlo: "non è nel cuore/ ma è riconoscersi dall'odore (...) l'amore è fatto di gioia/ ma anche di noia".
Solo quando lo si capisce davvero si è pronti per amare: "dopo un po' mi sono rilassato/ e con l'andar del tempo ho anche imparato/ che non serve esser sempre perfetti/ che di te amo anche i difetti/ che mi piace svegliarmi la mattina al tuo fianco/ che di fare l'amore con te non mi stanco/ che ci vuole anche del tempo/ ma lo scopo è conoscersi dentro".
Forse l'amore è proprio arrivare al punto in cui "fatti i conti, in fondo, siamo pari".


La prima volta che ho fatto l'amore
non è stato un granché divertente
ero teso, ero spaventato
era un momento troppo importante
da troppo tempo l'aspettavo
e ora che era arrivato
non era come nelle canzoni
mi avevano imbrogliato...
Ma l'amore non è nel cuore,
ma è riconoscersi dall'odore
e non può esistere l'affetto
senza un minimo di rispetto
e siccome non si può farne senza
devi avere un po' di pazienza
perché l'amore è vivere insieme
l'amore è sì volersi bene
ma l'amore è fatto di gioia
ma anche di noia.
E dopo un po' mi sono rilassato
e con l'andar del tempo/ ho anche imparato
che non serve esser sempre perfetti
che di te amo anche i difetti
che mi piace svegliarmi
la mattina al tuo fianco
che di fare l'amore con te non mi stanco
che ci vuole anche del tempo
ma lo scopo è conoscersi dentro.
E l'amore non è nel cuore
ma è riconoscersi dall'odore
e non può esistere l'affetto
senza un minimo di rispetto
e siccome non si può farne senza
devi avere un po' di pazienza
perché l'amore è vivere insieme
l'amore è sì volersi bene
ma l'amore è fatto di gioia
ma anche di noia.
Oggi ho litigato con lei
si parlava di diritti e di doveri
ma se ci penso nella nostra storia
fatti i conti, in fondo, siamo pari.